“L’attesa dell’amante” ispirato al testo “Il Piacere” di D’Annunzio

Seduto nell’ombra della mia stanza, guardo il telefono come se fosse la chiave del mio destino. Aspetto un messaggio che riporti in vita i bei momenti passati con la mia ex ragazza, tutto questo tra emoji e chat, invece della vecchia penna e carta: il telefono è come il palcoscenico di un film emozionante e la stanza è silenziosa tranne per il suono delle mie dita sulla tastiera.

I social sono come il mio diario online, con post e like che raccontano la storia del mio desiderio di riavvicinarmi al mio passato romantico. I profili online sono come un museo virtuale, dove cerco ispirazione nelle foto, sperando di ristabilire quel contatto perduto. La luce del telefono illumina il mio viso; mentre aspetto un messaggio, il tempo sembra scorrere in modo diverso. Scrollo tra le vecchie conversazioni, con il cuore che batte forte tra il ricordo e la speranza di riconnettermi con lei. La musica che ci legava riempie la stanza, portando con sé emozioni e ricordi. Le notifiche sono momenti di speranza, ma anche di timore. Scrivere sul telefono diventa un rituale, come se potesse invocare qualcosa di speciale.

In un mondo in cui le parole digitate sostituiscono le lettere scritte, sogno il momento in cui lo schermo si illuminerà con un messaggio che cambierà tutto. Le emozioni mie si intrecciano. Nella mia stanza silenziosa, con il cuore in mano, aspetto speranzoso, sospeso tra la realtà e il mondo digitale, desiderando di rincontrarla, con i suoi difetti, quelli che la rendevano unica e perfetta.

Scritto da: Aleandro Russo