Ogni persona, ogni anima, è scissa in due parti, quella in luce e quella in ombra; due
parti che si intrecciano e che insieme creano un mosaico di sensazioni, di pensieri e
di azioni.
La parte in luce è quella che il più spesso delle volte viene mostrata al resto del
mondo, quella con cui cerchiamo di nascondere il nostro bifrontismo interiore
mostrando una perenne armonia, come se ci mettessimo una maschera con un
sorriso sulla faccia ogni mattina.
La parte buia, dell’ombra, invece, si ritrova compressa tutta in uno spazio della
nostra persona che mostriamo raramente.
Come si può leggere nel libro Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde ogni
essere umano deve avere dentro di se entrambe le parti, in altre parole una non può
prevalere sull’altra, quindi bisogna cercare di trovare un equilibrio perfetto.
Ogni giorno ci ritroviamo di fronte a situazioni dove bisogna prendere una decisione,
dove un delle due parti avrà la meglio, quindi ci domandiamo: “Oggi seguirò la parte
ragionevole in me, o quella non ragionevole?”.
Penso che la società, il luogo dove abitiamo, influenzano molto questo nostro
dilemma, perchè se magari mostriamo la parte più spontanea, un po’ più scortese
visto che diciamo la prima cosa che ci viene in mente, veniamo giudicati perché non
rispettiamo il canone di “normalità” in quel momento; per questo molte volte ci
ritroviamo a dover contenere, a nasconderci dietro una maschera per sembrare
“normali”, proprio come Torquato Tasso, considerato pazzo per delle sue azioni.
Questo mi capita molto spesso, il fatto di dover pensare due o tre volte prima di dire
qualcosa o di fare un’azione, per la semplice paura di poter essere giudicata, di
fallire o di non essere all’altezza, infatti molte volte provo un senso di rimorso perchè
mi ero “trattenuta” mentre gli altri sembrano essere più “sciolti”.
Durante la mia infanzia mi sono sentita dire molte volte di sciogliermi, di non essere
così rigida con me stessa, e a quel tempo non capivo perché mi dicessero quelle
cose perchè io pensavo di mostrare la parte più vera di me.
Tutt’oggi non riesco mai ad esprimere veramente quello che provo, è come se nella
mia testa la parte più buia mi dicesse subito la risposta che devo dare, molte volte
negativa, ma mi ritrovo a dire tutt’altro e questo lo considero una sconfitta perchè
non riesco mai a mostrare la vera me e così gli altri si fanno un’idea sbagliata.
La mia maturità viene considerata la parte più splendente come anche la mia
educazione e la mia organizzazione, però posso essere anche arrogante e molte
volte scontrosa perché alla fine le provo anche io tutte quelle sensazioni considerate
“brutte”, anche se non mi capita di mostrare sempre, infatti alcuni rimangono
sorpresi da questo mio lato.
“Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in
maschera, e ho partecipato con la mia vera faccia” è una frase scritta da Franz
Kafka che mi colpisce ogni volta che la leggo perchè non riesco mai ad interpretarla
nella stessa maniera: alcune volte mi rendo conto di indossare questa “maschera”

da molto tempo, mentre altre volte mi sento di “partecipare con la mia vera faccia” la
vita perchè le persone intorno a me iniziano a farmi notare i miei errori che non avrei
mai fatto secondo loro.
Per concludere questa riflessione interiore, difficile devo dire, perché mi devo
guardare dall’esterno ma contemporaneamente trovare una risposta interna, posso
dire che nell’ultimo periodo mi sento come se mi lasciassi più andare, come se mi
stessi sciogliendo finalmente, e questo mi fa stare bene, diciamo che sto arrivando
all’equilibrio di cui ho parlato precedentemente.