Ettore Pontiroli

Da cinque anni a questa parte, fin dal giorno in cui ho scelto di iscrivermi all’indirizzo agrario di questa scuola, la domanda che più mi viene posta è: “Ma quindi cosa farai? Il contadino?”. Ho perso il conto ormai di quante volte io abbia sentito questa domanda. C’è sempre un alone di mistero per quanto riguarda gli studi – e poi la vita – di uno studente che frequenta o ha frequentato un istituto agrario e, sinceramente, non sono mai riuscito a capire il perché…

Scrivo questo articolo spinto dalla voglia sperando di farvi capire quello che per me (e per molti altri) è questa scuola.

Quando si pensa allo Zanelli si pensa all’agrario, poiché questa scuola, dal XIX secolo ad oggi, deve il suo nome ad uno dei più importanti agronomi del nostro territorio. Con il tempo mi sono poi accorto che da Antonio Zanelli non ha preso solamente il nome, ma anche la passione, la dedizione e l’amore per quello che ci piace fare, cosa ben più importante di qualche nozione scientifica tra una pagina e l’altra di un libro. Personalmente credo che lo scopo primario di questa scuola sia insegnarci ad apprezzare le eccellenze che abbiamo dietro casa e di cui noi tutti dobbiamo essere partecipi, ognuno a suo modo, per valorizzarle e valorizzare noi stessi.

Dal punto di vista propriamente didattico i ragazzi hanno una visione a 360 gradi del mondo che li circonda: dall’agricoltura e dall’allevamento fino ai prodotti finali, dalla conoscenza degli organismi alla gestione dei diversi ambienti. È per questo che credo che questa sia una scuola non solo per “i contadini”, ma per tutti gli amanti della natura, che a volte possiamo dare per scontata, senza mai soffermarci ad ammirare un albero in fiore o a pensare a quanto lavoro ci sia dietro a una forma di un semplice formaggio. E proprio del formaggio vorrei parlare per darvi un’idea concreta di quello che vuol dire studiare in un indirizzo agrario:

durante il mese di marzo abbiamo cominciato a parlare del latte, dei formaggi e dei prodotti caseari. Come sapete, viviamo nella patria di uno dei prodotti gastronomici più conosciuti al mondo, il Parmigiano Reggiano. Così, dopo varie spiegazioni tecnico-scientifiche date a noi studenti direttamente da alcuni tecnici del consorzio e basandoci su tutte le competenze pregresse apprese dagli anni precedenti, siamo potuti andare nel laboratorio di microcaseificazione, presente in azienda, a realizzare il nostro formaggio a pasta dura, con il metodo tradizionale del Parmigiano Reggiano. 

Il risultato non sarà una sua riproduzione esatta, ma sarà il ‘nostro’ prodotto, realizzato dagli studenti e dai professori, e ce lo potremo gustare come frutto del nostro lavoro e della nostra passione. Questa occasione ci ha permesso di apprendere informazioni che rimarranno sempre nella nostra memoria, come ricordi felici, ma anche competenze professionali.

Questo è solamente uno dei tantissimi progetti in cui siamo coinvolti noi studenti, perché durante l’anno la scuola ci consente di partecipare ad eventi, convegni e manifestazioni che formano la nostra figura di tecnici del settore, aumentando la nostra praticità, ma fornendoci anche nozioni teoriche.

L’agrario racchiude la passione e le conoscenze di un mondo intero, che i professori e i tecnici si impegnano a trasmetterci ogni giorno con dedizione.