Viviana Paparella
Nei componimenti di Petrarca troviamo quasi sempre il tema del dissidio interiore, che lo farà soffrire per tutta la vita, nonostante egli cercherà di scappare da questo dolore cambiando continuamente città e paese, credendo erroneamente che la felicità sia una meta, un luogo in cui arrivare.
Purtroppo non essendo così, Petrarca vivrà questo perenne senso di colpa, poiché secondo lui non avrebbe dovuto desiderare così tante cose materiali, come la gloria poetica (in seguito riceverà l’alloro) o l’amore per una donna, che era un peccato secondo i suoi ideali, in quanto un uomo poteva provare amore puro solamente per Dio.
Di quest’ultimo concetto ne parla anche in un testo chiamato “L’amore per Laura” (nel “Secretum”), dove Sant’Agostino (guida fondamentale per Petrarca) gli fa notare che ciò che lui prova per Laura non può essere puro e sacro: sarà sempre in parte passionale.
In “Chiare, fresche e dolci acque” prova, invece, ad accostare i termini meno usuali e più peccaminosi per l’epoca (ad esempio “seno”, “fianco” ecc…) con aggettivi come angelico e sacro per provare a camuffarli.
Se penso al mondo in cui viviamo oggi, immagino che un certo tipo di dissidio lo abbiamo provato in molti riguardo a ciò che siamo: è complicato rimanere sempre fedeli a se stessi in una società piena di giudizi e critiche. Per esempio, nel mio caso ,ci sono talmente tante cose che mi piacerebbe fare, soprattutto adesso che sono un’adolescente senza troppe responsabilità e doveri, ma spesso mi blocca sapere che gli altri potrebbero pensare male di me, per un motivo o per l’altro.
Allora ci ritroviamo sempre in questo limbo dove possiamo solo chiederci se valga davvero la pena sopprimere certe parti della nostra persona solo per essere perfetti agli occhi altrui.
A quanto siamo disposti ad arrivare pur di piacere agli altri? Ma soprattutto, quanto è reale la nostra vita se non è altro che un riflesso delle aspettative che la gente ha su di noi?
Invidio tutte quelle persone che sanno esattamente chi sono e hanno il coraggio di realizzarlo, non solo nella loro testa ma anche alla luce del sole, senza timori. Io, personalmente, devo ancora lavorarci, ma non mi preoccupo troppo perché so che il bello della vita è che è un viaggio, non solo tra paesi e culture, ma dentro sé stessi.