di Francesco Faccin (3A), Giacomo Ferrari (3A) e Alessandro Rinaldi (3B)
Gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono il frutto di una tecnologia che offre un’enorme opportunità per l’agricoltura e la sicurezza alimentare mondiale. Nonostante ciò, affidabili studi affermano che solo il 54% degli italiani1 ritiene gli OGM generalmente sicuri, contro l’81% degli scienziati. Perché molti italiani li considerano ancora un pericolo?
Cose che ci sono ma non lo sai
La presenza di OGM nei supermercati italiani è ormai una realtà. Queste tecnologie sono utilizzate per molti prodotti alimentari comuni, come bevande, oli vegetali, prodotti da forno e cereali. Oltre ai più noti OGM, esistono alimenti modificati con metodi più invasivi e meno controllati , come il pompelmo rosa e il grano Creso, il quale a oggi rappresenta il 10% della produzione nazionale di grano duro e durante gli anni Ottanta e Novanta rappresentava oltre il 50% della produzione italiana di grano.
Le paure che persistono
Uno dei timori principali riguardo agli OGM è legato alla loro stessa origine “innaturale”: molti sospettano che la loro assunzione possa essere dannosa per la salute, ma è davvero così? Anche se gli OGM vengono comunemente considerati come qualcosa di innaturale, non sono altro che piante a cui abbiamo accelerato il naturale processo di evoluzione, indirizzandolo nella direzione a noi più confacente: una cosa che, seppur in maniera più lenta, avverrebbe anche in natura.
Infine, oltre che per un eccesso di precauzione, i consumatori spesso si chiedono perché mai dovrebbero cambiare le loro abitudini (nutrizionali) quando non ne vedono i benefici. Se avessimo sempre seguito questo principio, allora non saremmo riusciti a progredire: non avremmo mai scoperto nuovi farmaci, non saremmo passati dalla carrozza all’automobile e accenderemo il fuoco ancora con le pietre, anzi, non lo accenderemo nemmeno…
Inoltre, gli OGM esistono dal 1973 e in questi cinquant’anni non è ancora stato registrato anche solo un caso di ricovero in ospedale la cui causa sia stata identificata nell’origine modificata degli alimenti assunti. Ovviamente esistono casi di ricovero dovuti all’assunzione di alimenti OGM, ma questo non è dovuto alla loro origine geneticamente modificata. Nel caso io mangiassi una polpetta avariata starei male, indipendentemente dal fatto che sia una polpetta OGM o no.
C’è da considerare anche che diversi alimenti e prodotti delle aziende agricole sono già stati modificati geneticamente, per esempio in Europa gli allevamenti hanno bisogno di un totale di 36 milioni di tonnellate di soia per i mangimi, e, di quei 36 milioni, 34,6 sono geneticamente modificati. Oltre alla soia, gli altri alimenti transgenici coltivati o venduti in Europa sono il mais, il cotone, la barbabietola da zucchero e la colza, che da anni si trovano nei mangimi e sugli scaffali dei supermercati italiani ed europei.
TEA e Decreto Siccità
Molte associazioni come Greenpeace promuovono campagne contro gli OGM adducendo che questi minacciano da un lato la nostra salute e dall’altro le piccole aziende, le quali non riescono a investire in queste tecnologie. 110 premi nobel nel 2016 hanno redatto un appello contro le associazioni che demonizzano queste tecnologie, ma in Italia la politica ha trovato un sotterfugio che, da un lato ha aperto una piccola strada per gli OGM, e dall’altro lato ha preservato il consenso tra l’elettorato per le prossime elezioni.
Le tecniche di evoluzione assistita (TEA) sono l’ultima frontiera del miglioramento genetico e l’evoluzione degli OGM. Si tratta di moderne biotecnologie in grado di inserire una mutazione all’interno del gene dell’organismo che si vuole modificare. Questo meccanismo rende possibile l’introduzione di varianti su geni specifici allo scopo di migliorare le varietà esistenti. I miglioramenti possono riguardare la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica, qualità nutrizionali, la resistenza ai parassiti (quindi un minor uso di fitofarmaci) e la tolleranza ai cambiamenti climatici. La coltivazione delle TEA è stata legalizzata dal cosiddetto Decreto siccità del 2023, che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe aiutare gli agricoltori italiani a trovare un’arma contro le scarse precipitazioni degli ultimi anni. Le TEA offrono piante geneticamente modificate capaci di resistere alle malattie e allo stress idrico, senza ricorrere ai più classici OGM, che sono ancora molto costosi da sviluppare. Con tale decreto il governo ha reso possibile l’utilizzo di tecnologie che, fino a poco tempo fa, avremmo chiamato OGM.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2023/04/14/88/sg/pdf