Seconda Parte

IL POST-SECONDA GUERRA MONDIALE:

Alla fine della seconda guerra mondiale la situazione venne presa in mano dalla neonata ONU, che nel 1947 votò a maggioranza per la “Risoluzione 181”, secondo la quale la regione palestinese sarebbe stata divisa in due stati: lo Stato dI Israele in mano ebraica, e lo Stato di Palestina, in mano araba. Entrando più nel dettaglio scopriamo che il 55% del territorio, tra cui le zone più fertili, finirono tra le mani degli Israeliani che costituivano però solo il 32% della popolazione. Il restante territorio sarebbe stato controllato dalla componente araba che però era pari al 60% della popolazione totale. Per Gerusalemme e Betlemme si fece un discorso particolare poiché diventarono zone internazionali. 

La risoluzione, ovviamente, non era equa, ma si presero queste decisioni per vari motivi. Come già detto in precedenza, alcuni stati occidentali avevano un vero e proprio interesse che esistesse uno stato ebraico in un’area come il medio oriente a maggioranza araba e musulmana. Inoltre in molti stati varie persone di origine ebraica ricoprivano ruoli influenti avendo quindi una buona capacità di fare pressioni politiche.

Gli stessi ebrei in Palestina, per quanto in minoranza, erano un gruppo più coeso e ricco rispetto agli arabi palestinesi. Non va tralasciato il fatto che durante la seconda guerra mondiale i vertici del mondo arabo si erano schierati in gran parte con la Germania sostenendo più o meno apertamente la Shoah. Va però specificato che questa vicinanza del mondo arabo alla Germania, dipese anche da importanti promesse non mantenute da Francia e Regno unito nei suoi confronti durante gli anni successivi alla prima guerra mondiale.

I PROBLEMI DELLA RISOLUZIONE 181

La Risoluzione 181 non venne accettata dagli arabi mentre gli ebrei fondarono ufficialmente lo Stato di Israele nel 1948. Già dai mesi tra la votazione della Risoluzione 181 e l’ufficialità dell’indipendenza di Israele, centinaia di migliaia di arabi palestinesi vennero espulsi dal territorio che gli ebrei consideravano ormai proprio. Questo processo ovviamente portò a numerosi scontri e conflitti, i primi ufficiali tra Israele e Palestina. Questo periodo viene infatti ricordato come Nakba, in arabo “catastrofe”. Gli stati arabi confinanti considerarono l’indipendenza di Israele come un atto di guerra e si riunirono nella cosiddetta “Lega Araba” che nel 1948 portò avanti una campagna militare contro lo stato ebraico su più fronti con truppe provenienti da Libano, Siria, Giordania, Iraq, Egitto e Palestina. Incredibilmente Israele riuscì a respingere l’attacco e addirittura ad acquisire territori durante il contropiede passando così dal 55% del controllo sul territorio palestinese, al 78%. Questo 22% rimanente però non fu lasciato al controllo degli arabi palestinesi ma fu spartito tra Egitto e Giordania. L’Egitto tenne la ormai famosissima striscia di Gaza, un’area costiera di circa 360 chilometri quadrati (più o meno la grandezza della provincia di prato, una delle più piccole province italiane), mentre la Giordania si prese la zona oggi conosciuta come CisGiordania, un territorio di  circa 5600 chilometri quadrati (all’incirca la superficie della provincia di Roma) e si spartì con Israele la città di Gerusalemme. La linea di confine tra questi territori venne chiamata “Linea verde” e che a quei tempi fu riconosciuta legittima dall’Onu.

Scritto da: Gianluca Marzano