Siamo a Firenze, nel 1274, c’è un aria fresca, le fronde degli alberi frusciano per il vento, in chiesa stanno entrando le ultime donne che sono in ritardo, portano dei bambini per mano, poi arriva lei…un angelo vestito di rosso: è bellissima, si chiama Beatrice. Lui, invece, si chiama Dante, si volta e la vede, i suoi battiti accelerano, sente caldo: decide che scriverà per lei le più belle poesie d’amore che un uomo abbia mai scritto per una donna.
È proprio a Beatrice che viene dedicata la Vita Nova, diventando così, grazie ai versi dell’autore, uno dei primi personaggi letterari ad introdurre una visione più spirituale della donna, la quale viene esaltata come un angelo in terra e una dispensatrice di salvezza.
Si tratta di una creatura perfetta, capace di suscitare nell’uomo sentimenti profondi e di elevare la sua anima fino a Dio, liberandola da ogni miseria terrena e conducendola così dal peccato alla beatitudine.
Da viva, la “gentilissima”, grazie alla sua purezza d’animo e al suo amore, nobilita il poeta, dandogli un benessere tale da renderlo un uomo gentile. Da morta, si muove in prima persona per permettere al poeta di salvarsi: chiedendo al sommo Virgilio di guidare Dante e diventando lei stessa sua guida durante l’ascesa al Paradiso. È lo stesso amore per Beatrice che lo salva dalla selva oscura e gli permette di realizzare quel viaggio che sarà oggetto del poema che tutti conosciamo.
Dante amerà Beatrice per tutta la sua vita, nonostante fossero entrambi sposati.
Scritto da: Nironi Nora