Pietro Salati

Destinazione della recensione: Sito di acquisto del libro (la Feltrinelli)

SCHEDA TECNICA LIBRO:

TITOLOArancia Meccanica (A Clockwork Orange )
AUTOREAnthony Burgess
TRADUZIONEMarco Rossari
EDITOREEinaudi editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE1962
ANNO EDIZIONE2022
GENEREFantascienza, Romanzo Distopico
LUNGHEZZA280 pagine
LINGUA ORIGINALEInglese

VALUTAZIONE:(4,2/5)

NOTA BIOGRAFICA AUTORE:

La città in cui visse per gran parte della sua vita (Londra) risultò fondamentale e determinante per i romanzi che avrebbe in seguito scritto l’autore, poiché si era appena conclusa la prima guerra mondiale e durante la sua permanenza nella capitale Inglese visse in prima persona tutte le atrocità e la violenza del secondo conflitto. A seguito di questo contesto, infatti, la città aveva un altissimo livello di criminalità e violenza che lo toccò molto profondamente e da vicino già in giovane età, quando si trovava al fronte orientale, e sua moglie venne violentata da un gruppo di uomini ubriachi (disertori dell’esercito statunitense). Da questo episodio avrà poi origine l’intuizione del titolo di quella che forse è la sua opera più celebre, ovvero il romanzo Arancia meccanica (1962) che possiamo definire come uno dei romanzi distopici più famosi mai scritti.

Altri titoli dell’autore sono: La Trilogia malese (1958-1960), La Dolce bestia (1960), Il dottore è ammalato (1960), Abba Abba (1977), Gli strumenti delle tenebre (1980) e Notizie dalla fine del mondo (1982).

Burgess è anche considerato un formidabile giornalista e linguista, il secondo aspetto,in particolare, è una cosa che utilizzerà molto durante la scrittura del romanzo che andrò a recensire.

L’autore morì a Londra il 22 Novembre 1993.

RECENSIONE:

Il titolo “ARANCIA MECCANICA” è dovuto ad una espressione tipica londinese “sballato come un’arancia meccanica”, poiché l’uomo agisce in maniera meccanica, automatica con il bene o con il male, a seconda del contesto in cui si trova, così come riporta l’autore.

Il romanzo è uno dei cento libri da leggere nella vita secondo la mia opinione: si tratta di un romanzo fantascientifico che, ambientando la storia del protagonista Alex in un futuro distopico, parla del male e della violenza gratuita di cui spesso l’uomo si macchia, in una modalità estremamente cruda, coincisa e, purtroppo, ancora molto attuale negli argomenti e nelle problematiche che presenta con lo scorrere delle pagine e con il susseguirsi delle vicende vissute dal protagonista.

Il romanzo, dopo una piuttosto lunga parte iniziale, formata da una prefazione e l’introduzione vera e propria, inizia ed ha una struttura piuttosto singolare: è suddiviso in tre parti (a loro volta suddivise in capitoli), che scandiscono perfettamente la storia, rendendola molto più intrigante ed appassionante: sembra di leggere un romanzo a puntate pubblicato su un quotidiano. Un divertente dettaglio è che all’inizio di ogni parte, l’autore inizia sempre con la stessa frase: “Embè, che si fa?”.

– La cancerosa= la sigaretta

– Il latte più= il latte con aggiunta di sostanze stupefacenti (che bevono Alex e i Drughi)

– Ubbiviare= Uccidere

– Buiocupo= Notte

– Cinna= Donna

– Grassoso= Sporco

– Nozzo= coltello

– prestucco= criminale

Il romanzo è scritto in prima persona e racconta di Alex e, inizialmente, anche dei Drughi (Pete, Georgie e Tonto). Alex è un giovane quindicenne molto intelligente rispetto alla media dei coetanei e appassionato di musica classica, il ragazzo apprezza particolarmente un compositore: Ludwig van Beethoven e la sua sinfonia numero 9.

Un’ altro aspetto che ho apprezzato molto della scrittura di questo libro è il fatto che lo scrittore, che si impersona in Alex, spesso dialoga con il lettore.

Il protagonista ha sviluppato, però, una forte, profonda e incontrollata pulsione alla criminalità, al delinquere e alla violenza, in particolare quella che nel libro viene chiamata “ultra-violenza”; si macchia, infatti, di crimini come la rapina, la violenza sessuale e l’omicidio, che lo porteranno ad una reclusione in carcere di diversi anni.

Questa è la parte di storia che viene raccontata nella PRIMA PARTE del libro.

LA SECONDA PARTE parla di come Alex tenterà di farsi ridurre la pena con la buona condotta, frequentando la biblioteca carceraria e stringendo un particolare rapporto che potrei definire di amicizia con il cappellano, tuttavia l’arrivo di un compagno di cella molto propenso alla violenza sessuale gli scombinerà i piani: il ragazzo infatti, una notte, a seguito di una furiosa lite, uccide il rivale, perdendo così qualsiasi possibilità di riduzione della pena ma il destino gli riserva un’altra possibilità: la cura Ludovico, un trattamento sperimentale, a cui si sottopone come cavia, grazie al quale avrebbe riconquistato la libertà che gli era stata portata via in carcere (gli era stato portato via anche il nome).

LA TERZA PARTE è, invece, rappresentata dalla conclusione del romanzo in cui, a seguito del trattamento subito, Alex viene perseguitato dalle persone a cui aveva fatto del male. il protagonista risulta però essere totalmente indifeso, poiché anche il suo corpo oramai si ribella a quegli atti di violenza che vorrebbe attuare verso le persone. Viene usato anche come strumento di lotta politica, per fare capire che effetto ha un determinato tipo di società su un ragazzo giovane e che danno potrebbe causare alle generazioni future, così nel corso della conclusione del libro, il protagonista penserà e tenterà più volte il suicidio, ma fallirà sempre i suoi tentativi e in seguito verrà curato dal governo.

Avrà quindi una nuova vita ma che, almeno inizialmente, risulterà essere molto simile a quella che viveva in precedenza: fatta di criminalità,violenza e rapine.

Alex però capisce una volta compiuti i diciotto anni e, soprattutto, dopo un dialogo con il suo vecchio amico, Pete che quella vita non gli piace più, così decide di cambiarla definitivamente: vuole trovare una compagna e avere una famiglia.

Il pensiero conclusivo del protagonista è che lui è riuscito a cambiare, ma non potrà fare niente per cambiare il destino delle generazioni future, la violenza aumenterà sempre di più e risulterà sempre di più incontrollata e diffusa.

Personalmente ritengo che questo romanzo sia estremamente attuale poiché l’ultra-violenza è una sorta di pratica che vediamo ad oggi in tutto il mondo, poiché è largamente diffusa: Guerre, violenze sessuali, abusi, lotte di potere, colpi di stato, terrorismo…

Anthony Burgess dice: “La violenza è caos. C’è una guerra costante tra caos ed estetica, e l’individuo deve combattere per affermare la propria autorità e, l’unico modo per fuggire da questo caos è riconoscere il potere dell’essere umano”.

l’ultimo personale pensiero che vorrei portare è il seguente: a seguito del trattamento Alex ha riconquistato la libertà, ma è stato privato di ciò che era, della sua natura, si poteva quindi definire veramente libero?

Un libro che consiglio a chiunque dai 14 anni in su per poterlo comprendere appieno.

Infine, ci tengo a dire che il libro ha ispirato numerosi adattamenti teatrali, e due adattamenti cinematografici, tra cui il celeberrimo e omonimo film Arancia meccanica di Stanley Kubrick del 1971.