Nella classe 2B CAT gli studenti si sono cimentati in un’attività di debate su due temi di grande rilevanza sociale: la lotta alle mafie e la parità di genere.
Le tematiche sono state scelte dagli stessi studenti, che hanno organizzato il lavoro in quattro piccoli gruppi, approfondendo gli argomenti attraverso ricerche su fonti attendibili e incontri in biblioteca. Successivamente, i ragazzi si sono confrontati in un dibattito strutturato in aula, supportati da presentazioni digitali predisposte durante gli incontri preparatori.
Due gruppi si sono occupati del tema delle mafie, dibattendo sulla seguente affermazione: “La lotta alle mafie è una responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni. Soluzioni e limiti nella lotta contro la criminalità organizzata”.
Un gruppo ha sostenuto la tesi, sottolineando l’importanza dell’impegno collettivo attraverso strumenti legali, educativi e culturali. L’altro ha argomentato la posizione opposta, evidenziando i limiti dell’azione individuale e la necessità di un intervento istituzionale più incisivo.
Parallelamente, gli altri due gruppi si sono confrontati sulla questione di genere, dibattendo sul tema: “La parità di genere è stata realmente raggiunta nella società contemporanea?”
Anche in questo caso, un gruppo ha sostenuto che la parità è un traguardo raggiunto, mentre l’altro ha evidenziato le persistenti disparità nel mondo del lavoro, nella famiglia e nella società.
Durante la fase finale, ogni gruppo ha esposto le proprie argomentazioni davanti ai compagni, che hanno ascoltato con attenzione e fornito feedback su contenuti, chiarezza espositiva, rispetto dei tempi e utilizzo del linguaggio appropriato.
Il percorso si è concluso con la stesura di un tema argomentativo, che ha permesso agli studenti di riflettere ulteriormente sulle tematiche affrontate e di consolidare le competenze acquisite.
L’attività di debate ha rappresentato un’opportunità preziosa per sviluppare il pensiero critico, la capacità di ricerca e di argomentazione, nonché per stimolare il confronto su questioni di grande attualità, rendendo gli studenti protagonisti attivi del loro apprendimento.

Alcuni esempi
“La lotta alle mafie è una responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni. Soluzioni e limiti nella lotta contro la criminalità organizzata”.
La mafia è una parola sola ma che si riferisce ad una molteplicità di situazioni e contesti; è una parola che incute terrore nel cuore di chi la ode.
La mafia è criminalità organizzata senza scrupoli.
Tanto spietata da sciogliere un bambino nell’acido a causa di un ricatto non riuscito. Mittente delle vicende più tragiche e cupe della storia del nostro paese.
La mafia esiste sin dagli inizi del Regno d’Italia: le prime testimonianze scritte del termine mafia risalgono agli anni ’60 dell’Ottocento, quando il fenomeno era già radicato nelle campagne siciliane. Inizialmente, era legata alla gestione delle terre e alla protezione privata, ma col tempo si è evoluta, infiltrandosi nella politica e nell’economia.
Oggi continua ad esistere a causa del timore che le persone hanno nel ribellarsi alla sua prepotenza.
La mafia, in passato come ora, è ed è stata presente in molti ambiti seppure in modo differente: in passato si manifestava in una forma più “esplicita”, perché non aveva alcun timore di mettere a tacere chi si opponeva e lo faceva apertamente. Ad esempio, negli anni Novanta sotto mandato mafioso sono avvenute molte stragi, tra le quali quelle di Capaci e di Via D’Amelio a Palermo, dove rimasero uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La sua forma attuale è, invece, più cupa, più segreta, più cauta e, invece di occuparsi di politica, si dedica maggiormente al traffico di stupefacenti e di armi. Inoltre, nonostante gli enormi ricavati dei traffici illeciti, persistono anche altre modalità di affermare la propria superiorità da parte della mafia, come quella di chiedere il cosiddetto “pizzo”, ovvero ricattare i piccoli imprenditori e le aziende in cambio di soldi.
Per esercitare le sue azioni illecite, la mafia si insedia nella politica e nel governo del belpaese e, tramite corruzione o intimidazione, riesce a procurarsi dei “favori” da parte dei politici: nel caso in cui si debba approvare o emanare un provvedimento o una legge che siano svantaggiosi per le società mafiose, i corrotti non danno la loro approvazione.
Nonostante tutto, sono convinto che la mafia possa essere sconfitta, ma per fare sì che ciò accada c’è bisogno del contributo e della collaborazione di tutti.
Ad esempio, nei casi di ricatto, dovremmo evitare di fare prevalere la paura e denunciare per evitare che un evento così sgradevole accada anche ad altri individui.
Un altro metodo è informare e sensibilizzare i giovani su questa problematica, affinché non entrino in contatto con queste mentalità malate e corrotte.
L’informazione può avvenire in maniera tradizionale, attraverso la famiglia, la scuola o tramite i social o i media, che mostrano esempi di persone che sono riuscite ad affrontare e sconfiggere la mafia o a danneggiarla e che possano dare coraggio e speranza alle generazioni future.
Esistono, inoltre, organi differenti di polizia che hanno il compito di combattere la mafia.
Alcuni, i più diffidenti nella società e nella polizia, ritengono che la mafia non si possa sconfiggere poiché troppo radicata e organizzata.
Ma mafia è solo una parola che rappresenta un gruppo di persone (come detto all’inizio) che guadagnano facendo leva sulla paura e sull’omertà degli altri.
Se le persone smettessero di impaurirsi e di intimidirsi e denunciassero gli abusi e l’illegalità, la mafia crollerebbe venendole a mancare le fondamenta sulle quali poggia.
Osea Cavandoli 2^B CAT

“La lotta alle mafie è una responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni. Soluzioni e limiti nella lotta contro la criminalità organizzata”.
Il fenomeno di tipo mafioso si è ampiamente diffuso nel corso degli anni, ma non abbiamo ancora il potere di mettere un punto a questa diffusione.
Innanzitutto, partiamo con la definizione del termine mafia, con il quale ci si riferisce ad un insieme di persone appartenenti alla stessa associazione criminale, che cercano in tutti i modi di arricchirsi.
I capi assumono potere attraverso atteggiamenti illegali, come cita anche l’articolo 416 bis del codice penale.
Il potere della criminalità organizzata è fondato sulla nostra paura, sulla loro forza di intimidazione, sull’uso e sulla sete di soldi.
In parte, la responsabilità della diffusione di questo fenomeno può essere attribuita a ciascuno di noi: se, fin da subito, non ci fossimo fatti comprare, ricattare, ingannare, minacciare, non saremmo arrivati a questo punto. Ma, anche se la paura può essere comprensibile, a tutto c’è un rimedio, una soluzione.
La mafia ha preso il comando dei giri di spaccio, di soldi sporchi, del gioco d’azzardo.
Infatti, coloro che sono coinvolti in queste attività, sostengono la diffusione delle mafie, ma possono sempre scegliere di cambiare. È difficile, ma si può riuscire.
Le associazioni criminali non sono tutte uguali: ogni regione ne ha una diversa.
Le modalità di azione e di intervento possono cambiare, ma la base e lo scopo sono sempre gli stessi.
Negli ultimi anni la mafia si è evoluta anche grazie alle nuove tecnologie e, piano piano, si sta impadronendo del settore edilizio e delle imprese. In questo modo la mafia si fa impresa e l’impresa si fa mafia, adottando metodi mafiosi.
Anche se non ce ne accorgiamo, la mafia si è infiltrata in maniera silenziosa anche a Reggio Emilia nel nostro tessuto sociale, economico e politico dove ha messo radici e ha iniziato a comandare. Da questo ebbe luogo il primo maxiprocesso contro la criminalità organizzata al mondo, e il secondo maxiprocesso in Italia dopo quello dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra”.
Grazie al magistrato Giovanni Falcone il fenomeno mafioso è stato colpito anche attraverso la pratica della confessione dei collaboratori di giustizia (i cosiddetti “pentiti”). Falcone fu uno dei massimi esponenti della lotta contro le mafie e noi dobbiamo portare avanti questa battaglia.
Perché?
Perché le guardie, i carabinieri e le forze dell’ordine non possono fare tutto da soli.
Siamo stati zitti per troppo tempo. Adesso è ora di parlare.
I pentiti, anche loro, non nascono come collaboratori della giustizia; sono “cattivi” che scelgono di diventare “buoni”.
La mafia vive grazie alla nostra paura, alle minacce, ai ricatti.
Cosa succederebbe se le togliessimo tutto questo?
Non resterebbe più niente.
Per questo dobbiamo sensibilizzare un numero sempre maggiore di persone sull’ argomento, incoraggiandole a non avere paura.
Solo uniti possiamo combattere: uno per uno siamo forti, chi più e chi meno, ma insieme siamo più forti, inarrestabili. Mettiamo fine allo scorrere di questo fiume di sangue.
Anche per tutti coloro che hanno lottato contro le mafie morendo con coraggio, non possiamo girarci dall’altra parte facendo finta di nulla. Queste persone hanno sacrificato la loro vita per tutti noi, per un mondo più giusto e sicuro e per farci comprendere tutto quello che a lungo ci è stato celato. Sono morti per farci aprire gli occhi.
Non sprechiamo il loro sacrificio. Non hanno messo fine alla loro vita per mettere fine alle mafie, ma per dare inizio alla nuova resistenza contro esse.
Io sono convinto che, nella perseveranza, riusciremo a farcela. Queste battaglie ci prenderanno tempo e dovremo essere pronti a subire perdite, attacchi e tutto ciò che ne consegue, ma possiamo farcela!
La paura è solo una scusa di chi non ha il coraggio di affrontare e combattere.
Insieme, anche nella paura, si vince, come si può vincere contro le mafie. Perché alla fine, come afferma Falcone “Ogni fenomeno umano, come ha un inizio, ha anche una fine”.
Paura mai!
Giada Pranzi 2^B CAT

“La lotta alle mafie è una responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni. Soluzioni e limiti nella lotta contro la criminalità organizzata”
La lotta alle mafie è fondamentale per avere una società più giusta e sicura, ma presenta anche delle difficoltà.
Secondo me ci sono sempre dei pro e dei contro per qualunque cosa.
Cominciamo ad analizzare i pro: secondo me, provando a sconfiggere le mafie, si possono ottenere maggiori sicurezze e, così facendo, si può riduce la criminalità.
Sotto questo aspetto si possono ricavare dei benefici a livello economico: combattere le mafie aiuta le imprese legali a crescere, liberando le attività dalle azioni illegali.
Combattere le mafie aiuta anche a migliorare la democrazia, perché riducendo il loro potere si fortificano le istituzioni e migliora il funzionamento della politica.
Le mafie hanno un punto di forza che tutti conoscono, persino chi cerca di combatterle: quello di cercare e di trovare il punto debole delle persone. È come possedere una bacchetta magica alla quale si può chiedere qualunque cosa.
Quindi provare a sconfiggere questo fenomeno serve a proteggere e ridurre le ingiustizie.
Ma soprattutto, combattere la mafia può aiutare le nuove generazioni, come la nostra, ad avere più rispetto verso la giustizia e le leggi.
Però, secondo me, il rischio è tanto per chi cerca di combatterla, soprattutto per coloro che sono direttamente coinvolti nella lotta: spesso si viene a conoscenza di episodi di violenza o attentati nei confronti di giudici o poliziotti che sono stati minacciati o uccisi dalla mafia perché hanno provano a contrastarla, come le stragi dove hanno perso la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Secondo me, riuscire a sconfiggere del tutto le mafie è molto difficile perché, dopo che si estirpa un ramo esce sempre qualcosa di nuovo con una forma diversa rispetto a quella che si conosceva e che rende difficoltoso il processo di eliminazione definitiva.
Quindi, in sintesi, la lotta alle mafie anche se difficile è necessaria per una società più giusta e sicura, anche se implica dei rischi e dei costi che vanno assunti.
Luciano Capperi 2^B CAT