Luca Varriale
Fin dall’antichità la donna viene posizionata diversi gradini più in basso rispetto all’uomo. Con i passar del tempo le dame proveranno a scalare questa ingiusta disparità, incappando, però, in numerosi fallimenti che le costringeranno a giacere lì per molti anni. Boccaccio asserisce in parecchie sue novelle questo netto dislivello, sostenendo che alle fanciulle non sono destinate “fortune” che, invece, agli uomini sono permesse. Il certaldino si oppone a questa visione facendo apparire le creature con capelli lunghi e cuor gentile quasi alla stessa quota dei “fortunati uomini” a cui è permesso il gioco e il divertimento. Come raccontato in qualcuna delle cento novelle del Decameron, la donna del Medioevo prova a cambiar rotta, indirizzando la sua strada verso quella che dovrebbe essere la comune normalità. Nel componimento “Lisabetta da Messina” il giovane letterato toscano narra di una bella ragazza innamorata privata dai perfidi fratelli della possibilità di amare chi vuole, arrivando ad un crepa cuore dopo aver visto il suo amore morto. Tutt’oggi, soprattutto nei Paesi più arretrati, la donna subisce ingiustizie di ogni tipo ed è costretta a sottomettersi all’uomo che di superiore ha solo la forza fisica. Anche nelle nostre province si è verificato nell’ultimo periodo uno di questi terribili avvenimenti. Una graziosa ragazza dalle origini pakistane è stata torturata e uccisa dal padre perché si era ribellata all’ingiusta decisione di sposare un uomo deciso dalla famiglia, venendo usata così come moneta di scambio. Ci rendiamo così conto che Boccaccio, anche se vissuto secoli fa, non si è allontanato così tanto dalla realtà che tuttora ci circonda. Il Decameron verrà poi bandito dalla Chiesa con l’accusa di andare contro gli ideali cristiani di quel tempo. L’autore si dimostra sempre fermamente convinto ed io con lui che la donna non ha nulla da invidiare e nulla in meno a chi si crede superiore di lei. Dio crea la donna per rendere la vita dell’uomo più bella, non per utilizzarla per baratto. Le donne sono, e sempre saranno, le creature più uniche e fantastiche che il divino abbia mai creato. Siamo noi, stupidi uomini che probabilmente spegniamo il loro lato lucente perché credendoci superiori, ne usufruiamo. Guardo le donne con un occhio d’ispirazione, probabilmente anche con due, per le loro spiccate qualità e per l’immensa eleganza che in ogni momento riescono a trasmettere. Penso che sia un tema poco affrontato e trascurato, perché non ritenuto di vitale importanza, ma sostengo che ci sia un estremo bisogno di uscire da questa malata idea che va avanti da centinaia di generazioni e lasciare libere le donne di brillare. Abbiamo studiato, però, che per fortuna ci sono stati autori nel corso della storia che loderanno la donna e che addirittura le lasceranno il privilegio di contraddire l’uomo. E’ necessario prendere spunto da queste eccezioni, proprio come ha avuto il coraggio di fare Boccaccio. Lasciamoci alle spalle l’eterno stereotipo sulle fanciulle e viviamo con loro mano nella mano, fianco a fianco, guardandoci negli occhi e con “o cor rint o zuccher”.