L’Olocausto

CLASSE 1T

Il 27 gennaio 1947 il campo di Auschwitz viene liberato. All’interno dei campi venivano rinchiusi ebrei, omosessuali, disabili e “nemici” politici comprese in tutto ciò anche persone di origine non ebrea.

Privazioni

La Dichiarazione universale dei diritti umani venne adottata il 10 Dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a conclusione di un lavoro di stesura guidato dalla volontà di evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale.

II Preambolo della Dichiarazione specifica difatti che “il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità”, e dunque considera fondamentale che “i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione”.

Proprio per evitare il ripetersi di conflitti e violenze, la Dichiarazione sancisce i diritti inalienabili di ogni essere umano, senza distinzione di razza, sesso, religione, ideologia politica. Come dichiarato all’epoca da un membro della commissione dei Diritti umani, l’organo incaricato di stilare il documento, “si percepiva chiaramente di partecipare ad un evento storico e veramente significativo, in cui era stato raggiunto un consenso sul valore supremo della persona umana, un valore che non era originato dalla decisione di un potere terreno, ma piuttosto dall’intrinseca dignità dell’uomo, che ha dato origine al diritto inalienabile di ogni uomo a vivere libero da violenza ed oppressione ed a sviluppare pienamente la propria personalità”.

La scuola propagandistica

A partire dagli anni 20′ il partito nazista considerò la gioventù tedesca un obiettivo speciale del suo messaggio propagandistico. Gli studiosi nazisti e gli insegnanti glorificavano le “razze nordiche” (in particolare quella ariana) ma screditavano gli ebrei e altri popoli ritenuti inferiori. Dal 1933 la situazione peggioró e tutti gli insegnanti di origine ebrea furono licenziati dal loro incarico ritenuti “politicamente inaffidabili”. L’altra parte degli insegnanti rimase al proprio posto perchè scelsero di entrare nella lega degli insegnanti Nazional Socialisti. Sia a scuola che nella gioventù hitleriana, l’istruzione mirava a produrre cittadini tedeschi consapevoli delle differenze razziali e allo stesso tempo obbedienti al governo e pronti a sacrificarsi per la Madrepatria. Le scuole quindi giocavano un ruolo importante nel diffondere le idee naziste tra la gioventù. Certe letture furono tolte e sostituite da nuovi testi che insegnavano agli studenti l’amore per Hitler, l’obbedienza allo stato, il militarismo, il razzismo in antisemitismo. Per diffondere il culto di Hitler in ogni aula veniva appeso un suo ritratto e spesso nei libri erano presenti racconti di bambini che incontravano Hitler e le loro emozioni provate. Oltre alla scuola anche i giocattoli per l’infanzia vennero usati come strumenti per diffondere la propaganda. Nacquero anche 2 associazioni: la Gioventù Hitleriana e la lega delle Giovani Tedesche.

Olimpiadi 1936

I Giochi Olimpici di Berlino del 1936 rappresentavano molto di più di un evento sportivo di importanza mondiale: essi costituivano un’occasione senza precedenti per la propaganda del Nazismo e della sua ideologia, provocando così un intenso dibattito all’estero.

Nonostante la natura discriminatoria di molte delle regole dei Giochi del 1936, molti paesi decisero di parteciparvi.

Germania nazista usò i Giochi Olimpici del 1936 a fini propagandistici. I Nazisti promossero l’immagine di una Germania nuova, forte e unita, celando allo stesso tempo sia la persecuzione dei Ebrei e dei Rom che il crescente militarismo della Germania.

La prima volta nella storia dei Giochi Olimpici dell’era moderna, ci furono appelli a boicottare i Giochi Olimpici sia negli Stati Uniti che in Europa a causa di quelli che più tardi sarebbero stati definiti abusi dei diritti umani. Nonostante il fallimento del movimento per il boicottaggio, esso stabili un precedente importante per future campagne di boicottaggio dei Giochi (per esempio quelli del 2008 e del 2014).

Quando il movimento per il boicottaggio falli, la Germania ottenne il colpo propagandistico che voleva: i 49 paesi che mandarono le proprie squadre ai Giochi legittimarono il regime di Hitler sia agli occhi del mondo che della popolazione tedesca.

Storie Raccontate

Alfred Nakache

Alfred Nakache, un campione di nuoto deportato ad Aushwitz che ha lottato  e on si è mai arreso. Un vincitore sia nel nuoto che nella vita.

Nasce nel 1915 in Algeria da una numerosa famiglia ebrea. Con il tempo la sua paura di nuotare si è ben presto tramutata in una necessità.

Nel 1922 Nakache ha diciott’anni e diventa un nuotatore della Nazionale Francese, si qualifica per le Olimpiadi di Berlino del ‘36 e nonostante le tensioni con la Germania e il fatto delle sue origine ebraiche decide di partecipare. Arriva in finale al quarto posto davanti al team tedesco.

Nel ‘43 Alfred non può più gareggiare, viene perseguitato e deportato nel 21 gennaio 1944.

Durante la sua permanenza ad Auschwitz viene utilizzato per ripescare gli oggetti perduti dai soldati in vasche di acqua gelata.

Dopo un anno, lui e altre 1368 persone, sono costrette a fare la Marcia della Morte fino a Buchenwald, dove ne arrivrono solo 46 oltre a lui.

Dopo la liberazione scopre la morte della moglie e della figlia e torna a Tolosa. Si risposa e allena a nuoto. Muore a settantatré anni per via di un infarto.

Inge

Inge era l’unica figlia di Berthold e regina Auerbach, ebrei osservanti che vivevano alla foresta nera, in Germania. Suo padre era un mercante di di prodotti in tessuto e la famiglia viveva in una casa di diciassette stanze.

Il 10 novembre 1938 il padre e il nonno vengono portati via dalla polizia nazista, mentre lei, sua madre e sua nonna riescono a fuggire; successivamente scoprirono che il padre, il nonno e molti altri ebrei furono portati a Dachau dove il nonno morì il maggio seguente di un attacco di cuore. 

A sette anni Inge insieme ai genitori furono deportati nel ghetto di Theresienstadt, in Cecoslovacchia.

L’8 maggio 1945, Inge e i suoi genitori furono liberati dal ghetto di Theresienstadt dove avevano trascorso quasi tre anni.

Nel maggio del 1946 emigrarono negli Stati Uniti.